La fedeltà di un cane è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell'amicizia con un essere umano.
Konrad Lorenz, E l'uomo incontrò il cane, 1950


venerdì 17 giugno 2011

Rispetto e alterità

Quando incontro una persona a zonzo con il cane, la prima cosa che noto è il suo sguardo.
Spesso e volentieri noi "canisti" abbiamo stampato in faccia quel sorriso da ebete che solo altri simili a noi possono comprendere, andiamo in giro con delle borse strapiene di roba (perchè c'è sempre qualcosa che un giorno potrebbe servire) e ci rifiutiamo di fare delle cose se valutiamo siano improponibili per il nostro compagno a 4 zampe. Gli occhi però esprimono più di ogni altra cosa molti dei nostri pensieri fino a diventare sempre più allineati agli occhi del nostro compagno cane.
Questo è Amore? a dire la verità ancora non lo so.
Posso però azzardare alcune ipotesi: o è Amore oppure è rimbambimento galoppante.
Cosa c'entrano Amore e Rispetto in questo discorso? semplice, i due concetti sono imprescindibili. Recentemente in televisione hanno trasmesso un documentario che parla di cani e delle loro doti incredibili. Tutti i proprietari intervistati hanno espresso infinito Amore e grande devozione nei confronti del loro amico peloso, eppure nelle immagini c'è stato sempre qualcosa che mi ha fatto andare di traverso la serata.
Ho visto tanti tanti cani strangolati da un collare a strozzo, li ho visti esibirsi in migliaia di segnali di calma, li ho visti leccarsi le labbra, guardare altrove, tirare indietro le orecchie e mi sono sembrati poco a loro agio. E mi sono arrabbiata perchè fino a qualche momento prima mi ero illusa che dietro a tante belle parole ci fossero altrettanti bei fatti.

Così ho pensato che è davvero difficile maturare nel cuore e nella mente la piena consapevolezza di cosa sia effettivamente un cane, i suoi bisogni, le cose che ama fare, le persone con cui ama stare. E’ facile dire “sono un appassionato di cani” e poi non prendere affatto in considerazione quelle consuetudini a cui la cultura ci ha abituato e non mettere in discussione ciò che dal resto del mondo è riconosciuto.

La difficoltà sta proprio lì, nell’umiltà con la quale ci approcciamo agli esseri viventi diversi da noi e con le nostre presunte verità assolute (che di assoluto non hanno proprio niente). Noi la realtà la vediamo, certo, ma rispetto al nostro filtro, al filtro umano, che con il suo Ego ci fa sguazzare in due giganteschi paraocchi e ci fa sorridere quando qualcuno ci riporta a terra, sotto una sequoia millenaria alta 115 metri che rende l’idea di quanto piccoli siamo agli occhi della Natura.
Che creature strane siamo, eppure i cani continuano ad amarci senza limiti e a seguirci, anche quando sanno di sbagliare il sentiero.

mercoledì 1 giugno 2011

Chi ben comincia è a metà dell'opera..



Il cucciolo lascia la sua famiglia d’origine intorno ai 2 mesi d’età ed è pronto per entrare a far parte della sua nuova famiglia, la nostra.
Grazie alla sua mamma il cucciolo sta imparando a dosare la forza del morso, a gestire l’ autocontrollo e ad esplorare con fiducia l’ambiente circostante, ma il suo carattere avrà ancora parecchio tempo per determinarsi.
E’ per questo motivo che noi, famiglia adottiva, dobbiamo preoccuparci di proseguire nel migliore dei modi il processo di crescita del cucciolo senza mai dimenticare che, oltre all’impronta genetica che i genitori gli hanno lasciato, saranno l’ambiente in cui vivrà e le esperienze che farà a determinare i suoi tratti caratteriali.
Il cucciolo ha bisogno di essere accompagnato all’incontro con i suoi simili e con gli umani, deve poter essere stimolato positivamente, spinto alla scoperta del nuovo mondo che lo aspetta.
Questo mondo risulta a volte ostico per loro, è pieno di rumori, di agguati al di là dei cancelli; un mondo di automobili rombanti e strade trafficate; la nostra società urbana, caotica e veloce e piena di ostacoli. Per questo è necessario iniziare subito l’educazione del cucciolo!

Come possiamo pensare di fargli ignorare tutti gli stimoli a cui va incontro? Per quale motivo diamo sempre per scontato che il cane capisca tutto al volo, o che sia nato già istruito e che se dimostra di non aver compreso allora deve essere stupido o difettoso? E se la responsabilità fosse soprattutto nostra?

Spesso e volentieri si ignora il periodo fondamentale che va dai 2 ai 6 mesi di vita del cucciolo, detto periodo di socializzazione, anzi, si crede che il cucciolo non sia ancora pronto o che sia troppo vulnerabile, o semplicemente ci si accontenta di coccolarlo la sera dopo il lavoro o di trascinarlo in lungo e in largo dietro ai nostri innumerevoli impegni. E invece questo breve intervallo di tempo, troppo breve per non essere colto, si rivela fondamentale per l’acquisizione e il completamento delle competenze di base del nostro cucciolo!

Essere un cucciolo già abituato alla pettorina e al guinzaglio non può che facilitare la nostra relazione con lui; ciò che il cucciolo apprende durante il periodo di socializzazione va a far parte di un bagaglio fondamentale per tutta la sua vita e può tenerlo lontano da tante problematiche comportamentali che potrebbero presentarsi in futuro.
Ciò che non si conosce si ignora, è vero, allora è necessario che chiunque abbia il desiderio di convivere con un cane si impegni a scoprire le sue origini, i suoi bisogni e le sue vocazioni al fine di gettare le basi per un maggior riconoscimento di questa meravigliosa creatura che da milioni di anni ci accompagna nel viaggio sulla terra.